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Salute mentale, emergenza adolescenti: aumentano casi di autolesionismo, depressione, anoressia, poliabuso di sostanze e atti di violenza

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L’appello dei clinici: “Servono almeno 2miliardi di euro per rispondere ai nuovi bisogni e riportare la salute mentale al centro dell’agenda politica”.

Oggi che le nuove sfide poste dalla pandemia e dall’incertezza economica conseguente agli eventi bellici ci mostrano inequivocabilmente che la salute mentale è parte fondamentale del sistema salute, più che mai occorre un rinnovato patto tra Governo, Parlamento e Regioni per l’individuazione e la razionale assegnazione di fondi adeguati ai bisogni di cura per la salute mentale.

Pollenzo, 17 febbraio 2023 – Ci si interroga sulla salute mentale che da tempo Motore Sanità ha posto all’attenzione dei suoi eventi organizzati in tutta Italia. Da molto tempo ormai la salute mentale soffre della diminuzione delle risorse per l’assistenza e la cura dei pazienti e registra un importante incremento della domanda: si registra un aumento dei casi di depressione, di bipolarismo e di schizofrenia, ma anche anoressia restrittiva, auotolesionismo, poliabuso di sostanze, violenza, soprattutto negli adolescenti; aumentano i disturbi del neurosviluppo (Dsa e Adhd); è diventata una regola la comorbilità inestricabile tra disturbi psichiatrici e uso di alcol e sostanze stimolanti e poi c’è una presenza massiccia di stranieri con problemi di integrazione ed esperienze traumatiche nei paesi di origine. Se ne parla questa mattina alla Winter School di Pollenzo (CN), evento organizzato da Motore Sanitàcon il contributo incondizionato di Angelini Pharma.

Giuseppe Ducci, Psichiatra e Direttore di DSM-DP di Roma, ha presentato un quadro allarmante. “A fronte di cambiamenti epidemiologici e sociali drammatici, quali l’aumento dell’incidenza dei disturbi esternalizzanti da dis-regolazione emotiva, soprattutto negli adolescenti (anoressia restrittiva, auotolesionismo, poliabuso di sostanze, violenza), l’emergere nella prevalenza riconosciuta dei disturbi del neurosviluppo (DSA e ADHD), la comorbilità inestricabile tra disturbi psichiatrici e uso di alcol e sostanze stimolanti, la presenza massiccia di stranieri con problemi di integrazione ed esperienze traumatiche nei paesi di origine, assistiamo ad un progressivo e inarrestabile depauperamento delle risorse di personale dei servizi pubblici per la salute mentale, più marcato ancora che in altre aree della sanità.Questo processo – sottolinea il professor Ducci – rende vani i progetti di cambiamento organizzativo necessari per fornire nuove risposte a nuovi soggetti e erode la capacità di risposta prevista dai LEA. Appare necessaria una poderosa riallocazione di risorse, sia all’interno del Fondo sanitario nazionale (FSN) che del Welfare in generale, con un incremento della spesa corrente solo per la salute mentale di almeno 2 miliardi di euro, solo per tentare di riavvicinare la spesa prevista al 5% del FSN, come indicato già nel 2001 dalla CU dei presidenti delle Regioni“.

Dunque importanti risorse, ma per rispondere a quali bisogni?

Michele Sanza, Direttore DSM-DP Forlì-Cesena AUSL Romagna, ha spiegato innanzitutto che esistono disuguaglianze nell’accesso ai servizi di salute mentale e che il 75% dei casi di disturbi mentali si sviluppano in età precoce per questo serve intervenire tempestivamente e intensivamente per l’adolescenza e creare le condizioni per permettere un accesso equo ai servizi. “L’offerta dei servizi in relazione alla nuova domanda di salute mentale va qualificata attraverso la risposta multidisciplinare che consenta il potenziamento dell’offerta di psicoterapie, interventi sui famigliari e trattamenti psico-educativi. Il modello medico-centrico del Dipartimento di salute mentale va superato in vista di una organizzazione più flessibile in grado di mettere rapidamente in comunicazione la neuropsichiatria infantile con la salute mentale adulti e con i servizi per le dipendenze”.

Per quanto riguarda le risorse, il professor Sanza inoltre evidenzia che il 40% della spesa per la salute mentale è assorbito dalla residenzialità (3,3% degli oltre 800mila pazienti seguiti dai Centri di salute mentale). “Non di rado l’offerta di residenzialità utilizza risorse sanitarie per dare risposta a bisogni prettamente sociali. Una riqualificazione di questa spesa anche attraverso l’accesso al fondo per la non autosufficienza è necessaria per liberare risorse da destinare a percorsi di cura” conclude Michele Sanza.

Enrico Zanalda, Presidente della Società Italiana di Psichiatra forense e Direttore DISM ASL TO3 e AOU San Luigi Gonzaga, sottolinea un altro aspetto: il problema dei pazienti autori di reato.

In Italia dal 2014 sono stati superati gli ospedali psichiatrici giudiziari, per fortuna, tuttavia questa legge è stata applicata senza un adeguato potenziamento dei dipartimenti di salute mentale e senza un adeguato dialogo tra magistratura e servizi sanitari. Infatti, si è passati da un modello generalista di tutta Italia per percorsi nazionali a percorsi regionali e, soprattutto, si è rimasti al vecchio codice penale Rocco del 1930 che ha ancora all’interno dei concetti che sono superati per una moderna concezione della medicina e in particolare della tutela della salute mentale. Bisognerebbe superare il concetto di pericolosità sociale psichiatrica, che non è più un concetto attuale, e bisognerebbe riuscire a superare quel concetto che il malato che ha commesso un reato deve per forza essere detenuto non più in carcere, non più in un ospedale psichiatrico giudiziario ma nemmeno in una residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza,dipende dalle condizioni cliniche del paziente. Quindi il paziente va valutato, seguito, curato in base alla sua collaborazione e alle sue possibilità terapeutiche.

È emerso inoltre il problema dello stigma. Secondo Claudio Zanon, Direttore Scientifico di Motore Sanità è importante continuare a combattere lo stigma e favorire l’inclusione. Mentre Luciano Flor, già Direttore Generale Area Sanità e Sociale Regione del Veneto sottolinea l’importanza di integrare i servizi sociali e sanitari soprattutto per i pazienti psichiatrici per una gestione del paziente a 360 gradi.

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