Giallo a Venezia firmato Paolo Lanzotti

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a cura di Ilaria Solazzo

Paolo Lanzotti e l’arte dell’intrigo: “Le ragioni dell’ombra” svela il volto più oscuro della Serenissima

Il secondo capitolo della serie con Marco Leon è un viaggio tra potere, tradimenti e identità perdute. Un thriller storico elegante e profondo, ambientato nella Venezia del Settecento.

Ancora una volta Paolo Lanzotti ci accompagna tra i vicoli umidi e silenziosi della Venezia settecentesca con il suo Le ragioni dell’ombra (TRE60, €14,90, 416 pagine), secondo capitolo delle indagini dell’agente segreto Marco Leon. Ambientato nel 1753, il romanzo fonde tensione narrativa, rigore storico e indagine psicologica in un affresco che conferma la maturità stilistica dello scrittore veneziano.

Marco Leon è chiamato a investigare su una catena di omicidi e sparizioni tra le alte sfere della nobiltà. Ma l’indagine è solo la facciata: dietro si cela un complotto che minaccia di far crollare la Repubblica di Venezia dall’interno. Il lettore si trova così immerso in un’avventura densa, strutturata, con una posta in gioco che va ben oltre la risoluzione di un caso.

“La storia, con Paolo Lanzotti, diventa un elegante mosaico pieno di mistero.” – Marcello Simoni

Buongiorno Paolo, grazie per aver accettato questa intervista. È un piacere parlare con lei di un romanzo così intenso e stratificato come “Le ragioni dell’ombra”.
Buongiorno a te Ilaria ed a voi tutti della Redazione. Il piacere è mio. Parlare di libri, in fondo, è come continuare a scriverli.

Cominciamo dall’inizio: come nasce “Le ragioni dell’ombra”?
Nasce dalla voglia di esplorare il lato oscuro del potere. Mi interessava raccontare un momento in cui tutto può crollare e in cui la fedeltà diventa una scelta dolorosa.

Venezia è più che un’ambientazione. È quasi un personaggio. Che ruolo ha per lei?
È la mia città. E come tutte le città amate, la sento viva, respira, inganna, protegge. In questo romanzo Venezia è una madre e una matrigna.

Marco Leon è cambiato rispetto al primo capitolo?
Sì. In questo libro si scopre più vulnerabile. Le sue certezze iniziano a vacillare. È un uomo che comincia a fare i conti con sé stesso.

Gli Angeli Neri sono sotto attacco. È una metafora del potere che teme ciò che non controlla?
Esattamente. Il potere è sempre tentato di distruggere ciò che non può dominare, anche se lo ha creato. È un tema che attraversa tutte le epoche.

Che tipo di documentazione ha consultato per ricreare la Venezia del 1753?
Libri di storia, mappe d’epoca, cronache. Ma soprattutto mi sono affidato al linguaggio: far parlare i personaggi come si parlava allora è un modo per rendere vivo quel mondo.

Il romanzo è pieno di interrogativi morali. Quanto è importante la coscienza nei suoi personaggi?
Fondamentale. Anche i “cattivi” sono esseri umani. Non mi interessa giudicarli, mi interessa capire cosa li spinge ad agire. Nessuno è immune al dubbio.

C’è un personaggio secondario a cui è particolarmente legato?
Il medico Augusto Florian. È il più razionale, ma anche il più inquieto. Incarna il conflitto tra scienza e fede, tra ragione e paura.

Com’è cambiato il suo approccio alla scrittura tra il primo e il secondo libro della serie?
Con il secondo mi sono sentito più libero. Conoscevo già il mio protagonista, i suoi tempi, la sua voce. Questo mi ha permesso di spingere di più sulla trama.

Il romanzo riflette sul tema del tradimento. Perché?
Perché in politica e nella vita è una costante. Tradire, a volte, è anche un modo per sopravvivere. Volevo che il lettore si chiedesse cosa avrebbe fatto al posto dei personaggi.

Qual è la sfida più grande nel costruire un giallo storico?
Rispettare i fatti senza rinunciare alla suspense. La storia ha i suoi tempi, la narrativa ha bisogno di ritmo. Tenere insieme le due cose è il vero equilibrio.

Il lettore ideale di Le ragioni dell’ombra?
Chi ama farsi delle domande. Chi cerca nei libri non solo intrattenimento, ma anche riflessione.

Che ruolo ha la violenza nella narrazione?
La violenza c’è, ma non è mai gratuita. È sempre conseguenza di un conflitto morale o politico. La descrivo quando serve, non per colpire.

Lei è anche autore per ragazzi. Quanto influisce sul suo stile nei romanzi per adulti?
Molto. Scrivere per ragazzi ti obbliga alla chiarezza. Non puoi barare. E anche nei romanzi storici cerco sempre di essere limpido, pur nella complessità.

Ha già in mente il prossimo episodio della serie?
Sì, e in parte è già scritto. Marco Leon tornerà, ma sarà diverso. Il suo viaggio è appena iniziato.

Se dovesse riassumere in una frase l’anima di questo libro?
È un’indagine dentro la storia, ma soprattutto dentro l’animo umano. “Le ragioni dell’ombra” è, per me, più di un giallo storico. È una riflessione sul confine tra giustizia e vendetta, tra fedeltà e obbedienza. Viviamo tempi in cui tutto è incerto: ho voluto raccontare una storia che, pur nel passato, parla alla fragilità del presente. Marco Leon indaga, ma nel farlo perde pezzi di sé. Come tutti noi, quando ci avviciniamo troppo alla verità.

Grazie, Paolo, per aver condiviso con noi pensieri così profondi. Siamo certi che Le ragioni dell’ombra saprà affascinare e far riflettere molti lettori.
Grazie a te Ilaria. E un grazie speciale a chi leggerà il libro con occhi curiosi. Ogni lettore completa la storia.

“Ci sono romanzi che intrattengono, altri che informano. Poi ci sono quelli – rari – che fanno entrambe le cose lasciando un’eco dentro il lettore. “Le ragioni dell’ombra è uno di questi”. Paolo Lanzotti ci guida con mano esperta in un labirinto di storia, verità e illusioni, dove ogni personaggio è uno specchio dell’animo umano. In un tempo in cui la fiducia nelle istituzioni vacilla e la realtà appare sempre più opaca, questo libro ci ricorda che le ombre, a volte, raccontano più delle luci. È un romanzo da leggere, da rileggere, e soprattutto da consigliare. Non è solo un giallo ambientato a Venezia: è un viaggio nel cuore inquieto della coscienza”.

Acquistatelo, leggetelo, lasciatevi portare tra i canali della Serenissima. E quando chiuderete l’ultima pagina, vi accorgerete di non essere più gli stessi.

E se dopo aver letto “Le ragioni dell’ombra” vi verrà voglia di visitare Venezia… beh, attenzione a dove mettete i piedi nei vicoli stretti della Serenissima: potreste inciampare in un agente segreto dell’Inquisizione! Oppure, più semplicemente, in un altro romanzo di Paolo Lanzotti. In ogni caso, sarà un ottimo inciampo.

Buona lettura… e occhio alle ombre!

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