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“Al Presente, Tutto”: uscito il terzo libro di Luca Giuman

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Luca Giuman torna in libreria con Al Presente, Tutto: uscito ieri 17 novembre per la casa editrice Il Ciliegio, collana di Narrativa.
Esperto di sviluppo internazionale e diritti umani con le Nazioni Unite in Palestina, Haiti e in vari paesi dell’America Latina e dei Caraibi, Giuman ci porta in Honduras, nel giugno del 2009, quando il Presidente viene arrestato e detenuto dai militari per essere poi deportato in Costa Rica.
Davide, un italiano funzionario delle Nazioni Unite lì presente durante il colpo di Stato, è diviso tra l’amore per Gabriela, e l’infatuazione per Esther, una giornalista che da mesi sta raccogliendo materiale riguardante la crisi politica. Davide si ritrova così in mezzo alla rivolta e sarà costretto ad affrontare la ricerca disperata di Jesus, fratello di Esther e capo del movimento studentesco, arrestato e desaparecido insieme ad altri manifestanti.
“Quando scrivo un romanzo è per dare una riposta a una domanda che diventa ossessiva, a una domanda che voglio investigare, e per la quale cerco risposte molteplici – ha dichiarato l’autore. È questo che permette un romanzo: avere a disposizione una pluralità di personaggi che propongono risposte diverse a una questione che mi interroga.
Nel primo romanzo, la domanda sorta dai miei anni di lavoro in Colombia era: cosa origina la violenza e perché viene ereditata da una generazione all’altra?
In Al Presente, Tutto, il romanzo risponde a una domanda politica: quando è giusto ribellarsi? Quando è giusto prendere partito? Queste domande sono relazionate con scelte morali, e la necessità di superare i propri timori, per divenire un soggetto politico, un agente. Vivere questo evento tragico nel 2009 è stato un privilegio e un’opportunità che mi ha fatto aprire gli occhi sul modo in cui la storia viene definita e narrata”.
Giuman non narra la grande storia, ma presenta dei brevi ritratti di persone comuni, la cui vita viene sconvolta dal golpe in Honduras. Attraverso queste pagine lo scrittore vuole fare un tributo al coraggio di chi si è opposto al colpo di stato. Vuole raccontare la gioventù che ha superato i propri timori e che ha lottato per il ristabilimento dell’ordine democratico. Vuole descrivere un evento significativo, avvenuto in un piccolo paese, ma che rispecchia bene una dinamica universale: come reagiscono le persone individuali davanti ai grandi eventi politici.
L’AUTORE:
Luca Giuman (Venezia, 1982) ha studiato a Padova, Madrid e Parigi. Ha lavorato come esperto di sviluppo internazionale e diritti umani con le Nazioni Unite in Palestina, Nepal, Haiti e in vari paesi dell’America Latina e dei Caraibi. Ha vissuto a lungo in Honduras e in Colombia, dove risiede attualmente con la moglie e i due figli. Come consulente ha contribuito a programmi per i diritti delle donne in Messico, Guatemala ed Equador, e ha collaborato come reporter per la Revista Semana in Bolivia e Venezuela. Ha all’attivo due romanzi: Ho imparato a uccidere a vent’anni (Città del sole, 2011) e Giù dal cielo la mia anima (La Vita Felice, 2015).

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