Affitti in ascesa: Come l’inflazione sta vuotando le tasche degli studenti universitari

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La realtà delle locazioni per gli studenti universitari in Italia ha vissuto profonde trasformazioni negli ultimi anni. I prezzi degli affitti nelle città universitarie hanno assunto un ruolo sempre più centrale nelle discussioni, con aumenti considerevoli che suscitano preoccupazione e sollevano interrogativi sulla reale accessibilità delle soluzioni abitative. In un recente rapporto di Immobiliare.it emergono dettagliate analisi che tracciano i modelli e le dinamiche nelle diverse città italiane.

Anche nelle città di “seconda fascia”, caratterizzate da dimensioni urbane meno imponenti rispetto alle metropoli, ma dotate di servizi di alta qualità, si assiste a un inquietante incremento dei costi delle abitazioni. Centri come Parma, Modena, Ferrara, Brescia, Varese, Pisa e Siena, pur offrendo eccellenze nei settori dei trasporti, dell’istruzione e della sanità, stanno sorprendentemente attraversando un’esplosione dei prezzi degli affitti.

I numeri dello studio

Un recente studio, condotto da Immobiliare.it e diffuso da Il Sole 24 Ore, ha rivelato una preoccupante tendenza: gli studenti sono i più colpiti dall’aumento dei canoni d’affitto. In diverse città italiane, spesso impossibilitati a sostenere i costi delle metropoli come Roma e Milano, gli studenti si trovano ora a fronteggiare un crescente onere finanziario.

Il confronto tra i dati del 2019 e la situazione attuale dipinge un quadro allarmante. Mentre alcune città come Bologna, Torino e Roma hanno subito un incremento di circa il 10% nei prezzi degli affitti, nei centri urbani di fascia inferiore si è riscontrato un aumento che oscilla dal 30% al 40%. Tale andamento dimostra che l’aumento dei costi non è confinato alle metropoli, ma si estende anche alle città di minori dimensioni.

Il rapporto di Immobiliare.it svela, inoltre, un aumento del 34% nell’offerta di camere in affitto rispetto al 2022, senza però una diminuzione dei prezzi. Al contrario, i costi degli affitti sono in crescita in tutto il paese. Le città come Milano, Roma e Firenze registrano ora costi medi mensili per una stanza singola rispettivamente di 626 euro, 482 euro e 435 euro. Modena ha subito un incremento del 28,6% rispetto al periodo pre-pandemico. Bari, Brescia e Palermo hanno visto un aumento rispettivamente del 29%, 18% e 18% nell’ultimo anno.

L’emergenza abitativa non riguarda solo gli studenti universitari, ma coinvolge anche i docenti, con circa 80 insegnanti che hanno declinato trasferimenti in città a causa dei costi degli affitti troppo elevati. Anche al di fuori delle grandi città, come a Venezia, si è registrato un impressionante aumento del 373,2% nell’ultimo anno.

L’inflazione gioca un ruolo significativo nell’aumento dei costi abitativi. Oltre al prezzo degli affitti, stanno aumentando anche le spese condominiali e il costo delle utenze, come la fornitura di luce e gas. Questi incrementi mettono a rischio il bilancio delle famiglie e potrebbero portare il 2023 a diventare uno degli anni più costosi nella storia recente dell’Italia.

Il ruolo del Governo

L’ondata di proteste studentesche, emersa tre mesi fa, ha evidenziato l’urgente questione dell’emergenza abitativa, causata dalla crescente carenza di alloggi accessibili. Sebbene le promesse iniziali del governo Meloni sembrassero rassicuranti, finora non è stato intrapreso alcun passo significativo per affrontare la situazione, lasciando gli studenti e le loro famiglie alle prese con costi sempre più gravosi e l’arduo compito di trovare un alloggio dignitoso.

L’attuale governo guidato da Meloni ha destato polemiche cancellando un emendamento da 660 milioni di euro destinato agli alloggi universitari, precedentemente introdotto nel 2022 sotto la gestione di Draghi. Questa decisione ha aumentato la frustrazione degli studenti, che percepiscono un mancato impegno nel fronteggiare il problema del caro affitti.

Le promesse del governo Meloni di affrontare la crisi abitativa non si sono tradotte in miglioramenti concreti. Invece, gli affitti sono saliti ulteriormente, raggiungendo il picco massimo nell’estate del 2023. Questo è un duro colpo per gli studenti e le loro famiglie, che avevano sperato in soluzioni pratiche per alleviare la pressione finanziaria.

Gennaro Cifinelli, rappresentante degli studenti dell’Università di Bari, insiste sulla necessità di politiche chiare per contrastare la speculazione immobiliare. Egli richiede una pianificazione mirata per la costruzione di alloggi pubblici e nuove normative sugli affitti. Nonostante le promesse delle istituzioni, come l’annunciato investimento di 660 milioni nei collegi universitari da parte della ministra dell’Università Anna Maria Bernini, i risultati tangibili sembrano ancora mancare. La questione degli alloggi per studenti rimane una sfida in sospeso, richiedendo un intervento urgente e concreto.

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