Francesco Morelli, “Diabesità – Come prevenire e curare la malattia del terzo millennio”

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di Marialuisa Roscino

Le malattie cardiovascolari rappresentano la prima causa di morte nei pazienti con diabete e un paziente con diabete ha un rischio doppio di incorrere in patologia coronarica, ictus e infarto. E’ questo un temi al centro di “Diabesità – Come prevenire e curare la malattia del terzo millennio” (Franco Angeli, collana Self-Help) è il nuovo libro di Francesco Morelli, Specialista in Scienza dell’Alimentazione, Cardiologia ed Endocrinologia. Morelli concentra la sua esperienza sul rapporto fra obesità e diabete, diventato “sempre più stretto e complesso, in parallelo a consumismo e sedentarietà”. Un circolo vizioso, per lo specialista, in cui “una malattia alimenta un’altra”.

A spiegare il titolo è lo stesso autore che, nell’introduzione, spiega che “Obesità e diabete, sono entrambe malattie croniche e che, quasi sempre, vanno a ‘braccetto’, innescando un circolo vizioso, in cui l’insulino-resistenza fa aumentare l’obesità e, quest’ultima, l’insulino-resistenza, con un intreccio di quadri clinici, non facilmente districabili fra di loro”. L’eccessivo consumismo è alla base della diabesità.

La prefazione è firmata da Paolo Brunetti, Professore ordinario di Medicina interna all’Università di Perugia.

Il libro è utile al lettore perché lo guida passo passo nella conoscenza delle problematiche relative a diabete e obesità, e nel contempo, fornisce tutte le indicazioni utili per tenere sotto controllo la propria “posizione” personale, come il peso e la composizione corporea, fornendo utili consigli sull’alimentazione da seguire. Inoltre, ogni capitolo, scritto con linguaggio semplice e chiaro, è corredato da vignette, schemi e quadricromia, rendendolo così scorrevole anche per lettori non avvezzi a testi di medicina.

Del resto, il rischio di eventi cardiovascolari è maggiore nelle donne con diabete e nei pazienti di lunga durata e che presentano complicanze microvascolari, tra cui la malattia renale. Valori elevati di zuccheri e di insulina nel sangue, insieme alla presenza molto frequente di altri fattori di rischio, quali l’ipertensione e l’obesità, che a loro volta, sono responsabili dello sviluppo di alterazioni dell’endotelio, la superficie interna dei vasi sanguigni, e di aterosclerosi precoce a rapida evoluzione. Inoltre, si stima che tra il 15 e il 25% dei pazienti con scompenso cardiaco siano persone con diabete. Un’altra complicanza vascolare è l’arteriopatia agli arti inferiori, che può condurre ad ischemia, responsabile del cosiddetto piede diabetico, che può portare fino all’amputazione. Sul versante cerebrovascolare, invece, il diabete si associa ad un aumento rilevante del rischio di ictus ischemico e decadimento cognitivo.

Le complicanze cardiovascolari sono le più frequenti nel paziente affetto da diabete, sia di tipo 1, sia di tipo 2. L’autore spiega, come nonostante l’arrivo di farmaci sempre più efficaci e sicuri, l’incidenza di queste complicanze rimane superiore nei pazienti diabetici rispetto ai non diabetici.

“Una volta diagnosticato il diabete, – sottolinea il Dott. Francesco Morelli, – un controllo adeguato dei valori glicemici, del colesterolo, della pressione arteriosa e, qualora si parta da situazioni di obesità o sovrappeso, una riduzione del peso, rappresentano gli obiettivi fondamentali per la prevenzione delle complicanze”.

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